Cause frequenti per l’abbassamento delle difese immunitarie
Lo stress
Il termine stress significa sforzo e nel linguaggio medico designa la risposta funzionale con la quale l'organismo reagisce a uno stimolo di natura microbica, tossica, traumatica, termica, emozionale ecc.
L’organismo interpreta come stressanti numerosi stimoli, tra i quali:
- il cambio di stagione
- le intossicazioni
- le attività fisiche o psichiche faticose
- gli stress emotivi
- le infezioni
- la restrizione del sonno
- la restrizione calorica
- i cambiamenti fisici improvvisi.
Tutti gli stimoli elencati vengono interpretati come stressanti dall’organismo, che attiva meccanismi fisiologici per conservare il proprio equilibrio, che investono il sistema nervoso e il sistema endocrino. Tali meccanismi risultano utili all’organismo se gli eventi stressanti sono singoli e circoscritti nel tempo ma divengono nocivi se gli eventi stressanti si sommano, si ripetono o cronicizzano nel tempo. Si assiste in particolare a un innalzamento dei livelli di cortisolo, sostanza che, nel lungo periodo, ha effetti immunosoppressivi analoghi a quelli dei farmaci corticosteroidi.
Le ricadute negative dello stress si ripercuotono:
- sul sistema immunitario, con l’accentuazione dei processi infiammatori e la maggiore suscettibilità alle infezioni
- sul sistema nervoso, con difficoltà di concentrazione, alterazione transitoria della funzione mnemonica, irritabilità e sonnolenza
- sul sistema endocrino, con facile affaticamento e astenia.
L’età
L’abbassamento delle difese immunitarie si riscontra frequentemente nei bambini e negli anziani.
Nei bambini molto piccoli ciò è probabilmente legato ad un incompleto sviluppo del sistema immunitario. Se si considerano le condizioni di contatto continuo tra soggetti non ancora immunizzati che si creano negli asili e nelle scuole, è facile comprendere come i bambini siano costantemente esposti al contatto con patogeni nuovi per il loro sistema immunitario e quindi siano particolarmente esposti alle infezioni.
Negli anziani l’abbassamento delle difese immunitarie è imputabile ad una progressiva riduzione della funzionalità del sistema immunitario legata all’invecchiamento. In queste condizioni, la risposta del sistema immunitario diventa più lenta e debole.
Il fumo
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo di tabacco è la principale causa evitabile di morte. Il fumo interferisce con il corretto funzionamento del sistema immunitario in due modi:
- in modo diretto, intaccando in particolare le difese locali delle alte e delle basse vie respiratorie
- in modo indiretto, accentuando il consumo della vitamina C e delle altre sostanze antiossidanti.
Gli alcolici
L'alcolismo è stato associato ad una serie di patologie che coinvolgono:
- il sistema nervoso
- il sistema cardiovascolare
- il sistema immunitario.
L'alcol interferisce con le funzioni del sistema immunitario, e può compromettere i meccanismi dell'immunità innata e adattativa.
Gli effetti dell'alcol sul sistema immunitario sono dovuti principalmente:
- all’alterata produzione ed attività delle citochine
- all’aumentato rilascio di specie reattive dell'ossigeno
- all’accresciuto fabbisogno di alcune vitamine che vengono dirottate verso altre funzioni e risultano carenti per il corretto funzionamento del sistema immunitario.
L’attività fisica
Una moderata attività fisica quotidiana ha un'azione positiva sul sistema immunitario. Superata una certa intensità di allenamento, le funzioni di difesa immunitaria dell'organismo tendono a diminuire.
È il fenomeno che si osserva in chi si allena intensamente, che risulta più sensibile alle infezioni delle prime vie respiratorie.
Come aumentare le difese immunitarie
Lo stile di vita
Per quanto possa sembrare scontato, per potenziare le difese immunitarie è fondamentale adottare uno stile di vita sano:
- evitare il fumo di sigaretta
- limitare o sospendere il consumo di alcolici
- prendersi cura del proprio stato di benessere psicologico
- rispettare il ritmo sonno-veglia
- mantenere la forma con un esercizio fisico adeguato
- adottare un’alimentazione sana ed equilibrata.
Il ruolo dell’alimentazione
I processi biochimici necessari per conservare l’integrità delle capacità difensive dell’organismo richiedono necessariamente l’introduzione, per mezzo della dieta, di alcuni micronutrienti essenziali. Tali micronutrienti possono essere di natura organica, le vitamine, o inorganica, i minerali.
Un’alimentazione corretta dovrebbe fornire tutto ciò di cui l’organismo ha bisogno, nelle giuste quantità:
- un’alimentazione sana aiuta a contrastare le malattie, non solo infettive
- le carenze nutrizionali possono compromettere la risposta immunitaria.
È comprovato che le persone malnutrite sono più vulnerabili alle malattie infettive. Infatti, nella letteratura scientifica e nella documentazione prodotta dall’EFSA (European Food Safety Authority) viene ampiamente sostenuto che i micronutrienti sono necessari per il corretto funzionamento di tutti i meccanismi difensivi:
- vitamine A, D, C, B6, B12, B9 (folato)
- ferro
- rame
- selenio
- zinco.
Esiste una relazione facilmente rilevabile tra la quantità di tali micronutrienti introdotti con l’alimentazione e le cause dell’abbassamento delle difese immunitarie precedentemente passate in rassegna:
- lo stress attiva una risposta nell’organismo che accelera i processi metabolici incrementando il fabbisogno di vitamine e minerali. Il soggetto stressato spesso ha un’alimentazione inappropriata, o perché perde l’appetito o perché ricerca alimenti che appaghino il palato, a discapito delle proprietà nutritive;
- i bambini hanno un accresciuto fabbisogno di alcuni nutrienti e richiedono un’alimentazione particolarmente bilanciata, principio che spesso non viene applicato, a favore di alimenti che soddisfano unicamente il palato e risultano poveri di micronutrienti;
- gli anziani tendono a ridurre progressivamente gli introiti alimentari e a nutrirsi in modo poco vario, esponendosi a carenze dei micronutrienti coinvolti nel corretto funzionamento del sistema immunitario. Inoltre, gli anziani manifestano spesso malassorbimento;
- i fumatori e i consumatori di alcolici hanno un accresciuto fabbisogno di numerosi micronutrienti a causa dell’elevato consumo degli stessi nei processi atti a neutralizzare lo stress ossidativo e le sostanze tossiche di altra natura. Il fumo e l’alcol tendono inoltre ad alterare lo stimolo dell’appetito, aggravando ulteriormente il quadro;
- gli sportivi, in dipendenza dell’intensità dell’attività fisica svolta, hanno un accresciuto fabbisogno di micronutrienti necessari allo svolgimento dei processi metabolici connessi con la produzione e l’utilizzo dell’energia. La mancata compensazione di questo accresciuto fabbisogno li espone al rischio di carenze che compromettono il corretto funzionamento del sistema immunitario.
Le vitamine D e A: micronutrimenti necessari
La vitamina D
Il ruolo più noto della vitamina D è il mantenimento dell’omeostasi del calcio e del fosfato plasmatico (Fonte: Annals of Nutrition & Metabolism).
In realtà, gli effetti extrascheletrici della vitamina D includono:
- disintossicazione da xenobiotici
- contrasto dello stress ossidativo
- neuroprotezione
- difesa antimicrobica
- immunoregolazione
- azione antinfiammatoria
- azione antitumorale
- benefici cardiovascolari
- protezione della massa e della funzione muscolare.
Per quanto riguarda le funzioni del sistema immunitario, la vitamina D:
- potenzia il sistema immunitario innato
- ha azione immunomodulante, inibendo le risposte immunitarie adattative eccessive e up-regolando i linfociti T regolatori coinvolti nei meccanismi di immunotolleranza (Fonte: Physiological Reviews).
La carenza di vitamina D è estremamente diffusa nei paesi industrializzati. Da alcune stime emerge che circa 1 miliardo di persone nel mondo soffrano di una carenza, da lieve a severa, di vitamina D.
L’Italia è uno dei Paesi con la più alta percentuale di soggetti affetti da ipovitaminosi D (Fonte: Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia).
Inoltre, con l’avanzare dell’età, il rischio di sviluppare una condizione di ipovitaminosi D aumenta in quanto la cute perde parzialmente la capacità di sintetizzare la vitamina D3 (Fonte: The Journal of Clinical Investigation).
La carenza di vitamina D porta con sé numerose conseguenze negative per la salute. Considerando esclusivamente gli effetti della vitamina D sul sistema immunitario e sul sistema nervoso, spiccano:
- l’alterazione della capacità difensiva del sistema immunitario
- la manifestazione di ansia e depressione (Fonte: Epidemiology & Infection).
Da studi scientifici emerge che l’incidenza delle infezioni respiratorie si riduce grazie all’esposizione al sole, all’assunzione di vitamina D o all’assunzione di olio di fegato di merluzzo, che è la fonte alimentare più ricca di vitamina D.
La supplementazione alimentare di vitamina D risulta utile per:
- ridurre le ricadute dello stress sul sistema nervoso e sul sistema immunitario
- potenziare le difese immunitarie, favorendo la difesa dalle infezioni
- modulare il processo flogistico che caratterizza gli stati infettivi.
La vitamina A
La vitamina A svolge numerose funzioni indispensabili per la conservazione dello stato di salute o per minimizzare le conseguenze delle infezioni.
Essa è indispensabile per:
- la conservazione dell’integrità delle barriere epiteliali
- il corretto funzionamento del sistema immunitario.
Gli epiteli fungono da prima difesa contro l'invasione di agenti patogeni. La vitamina A svolge un ruolo cruciale nelle funzioni e nel ricambio delle cellule epiteliali e promuove la secrezione di mucine nel tratto respiratorio e nel tratto digerente.
La carenza di vitamina A è stata associata a cambiamenti istopatologici degli epiteli che compromettono la normale fisiologia, esponendo conseguentemente a un accresciuto rischio di infezioni e altre malattie (Fonte: Nutrients).
Inoltre, alcuni studi scientifici mostrano che la vitamina A svolge ruoli cruciali nella:
- regolazione della differenziazione, della maturazione e della funzione delle cellule del sistema immunitario innato e adattativo;
- modulazione del processo infiammatorio.
Come si è visto, in varie condizioni il fabbisogno di vitamine di accresce, mentre si riducono le difese immunitarie e si accrescono i processi flogistici.
La carenza di vitamina A può derivare, oltre che da un insufficiente apporto vitaminico alimentare, anche da alterazioni dell'assorbimento dei lipidi, malattie epatiche, alcolismo e parassiti intestinali.
Se non si reputa che l’alimentazione possa fronteggiare adeguatamente l’accresciuto fabbisogno di vitamina A, diviene necessario considerare la possibilità di arricchire la dieta con cibi che la contengano, come il fegato, i prodotti caseari o il tuorlo d’uovo, o impiegare un integratore alimentare che contenga vitamina A o olio di fegato di merluzzo, che ne è particolarmente ricco.
La supplementazione alimentare di vitamina A risulta utile per:
- ridurre le ricadute dello stress sul sistema nervoso e il sistema immunitario
- conservare l’integrità dei tessuti epiteliali
- potenziare le difese immunitarie
- modulare il processo infiammatorio che caratterizza gli stati infettivi.
L’olio di fegato di merluzzo come fonte di vitamina D e vitamina A
La somministrazione di olio di fegato di merluzzo è documentata sin dal 1789 per il trattamento dei reumatismi. La scoperta che l’olio di fegato di merluzzo è un rimedio specifico per il trattamento del rachitismo affiora nella letteratura medica dal 1824. Al 1861 risalgono le osservazioni secondo le quali il rachitismo è causato dalla carenza di esposizione alla luce solare e l’olio di fegato di merluzzo si dimostra per esso una cura efficace. Dal 1920 la somministrazione di olio di fegato di merluzzo è stata utilizzata comunemente come profilassi contro il rachitismo, particolarmente presente nelle aree urbane europee.
L’olio di fegato di merluzzo è una fonte alimentare di vitamina D3 e come altri derivati del pesce è anche una buona fonte di acidi grassi polinsaturi omega 3. La combinazione della vitamina D e degli acidi grassi omega 3 giustifica l’effetto nel trattamento dei reumatismi e del rachitismo.
Intorno al 1920 l’olio di fegato di merluzzo è stato impiegato per ridurre la febbre batterica nelle donne dopo il parto. La teoria dell’effetto antinfettivo della vitamina A, somministrata nella forma di olio di fegato di merluzzo condusse alla realizzazione di studi clinici per verificarne l’efficacia nel ridurre la morbilità e la mortalità di diverse infezioni. L’olio di fegato di merluzzo ha continuato a essere utilizzato contro le infezioni fino alla fine degli anni Trenta, quando è stato soppiantato dai sulfamidici.
Ora è noto che la vitamina A, largamente presente nell’olio di fegato di merluzzo, ha un ruolo chiave nel modulare l’attività del sistema immunitario, fornendo sostegno alle difese immunitarie e allo stesso tempo favorendo il controllo dei processi flogistici.
Gli studi scientifici hanno consentito di evidenziare che l’olio di fegato di merluzzo è la fonte alimentare naturale più ricca di vitamina D3. Ben pochi altri alimenti contengono quantità apprezzabili di questa vitamina.
L’olio di fegato di merluzzo è anche molto ricco di vitamina A, contiene discrete quantità di vitamina E ed apprezzabili quantità di acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA).
Considerandolo nel suo complesso, l'olio di fegato di merluzzo appare quindi come una fonte completa di vitamine liposolubili e acidi grassi omega 3. Per tale motivo, al momento attuale, non si ritiene più utile separare e isolare i singoli componenti di tale alimento, bensì appare assai più utile assumerlo nella sua interezza.
Infine, l’olio di fegato di merluzzo è ricco di iodio. La scoperta dell’importanza dello iodio per il funzionamento della tiroide risale agli anni Venti del Novecento, sulla base di evidenze già raccolte nell’Ottocento. Negli anni Trenta riviste quali Nature e The American Journal of Disease of Children pubblicarono revisioni degli articoli inerenti al contenuto di iodio dell’olio di fegato di merluzzo e ai suoi benefici per la prevenzione o il trattamento del gozzo endemico.
La conferma che l’olio di fegato di merluzzo è un ottimo veicolo per l’assunzione combinata di sostanze utili alla conservazione o al ripristino dello stato di salute proviene da studi scientifici recenti.
Tra i molteplici effetti benefici emersi dagli studi, l’olio di fegato di merluzzo è risultato utile per ridurre la frequenza delle infezioni delle alte vie respiratorie.
L’olio di fegato di merluzzo è un alimento assai utile e versatile. Le sue caratteristiche organolettiche lo rendono però sgradevole e la sua assunzione deve avvenire nella dose appropriata. Per questi motivi appare razionale optare per integratori alimentari che contengano l’olio di fegato di merluzzo in dosi prefissate e con tutti gli accorgimenti atti a renderne agevole e gradevole l’assunzione.
Gli integratori alimentari vitaminici
Gli integratori alimentari sono costituiti da sostanze che svolgono azioni ben definite nell’organismo, quindi è auspicabile che la loro assunzione venga consigliata da un operatore della salute, allo scopo di prevenire malattie e tutelare la salute.
La combinazione dell’esigenza percepita dai soggetti di mantenersi in salute, del consulto con il medico per ottenere il consiglio più appropriato e dell’assunzione conseguente dell’integratore alimentare fa in modo che il 58,1% di coloro che assumono integratori alimentari goda di uno stato di salute ottimo o buono, come emerge da una ricerca condotta dal Censis.
Come scegliere un integratore alimentare
Secondo le norme vigenti in Italia, nella composizione di un integratore alimentare possono essere inserite numerose sostanze, tra le quali vitamine, minerali, amminoacidi, sostanze di derivazione animale ed estratti vegetali.
Si ritiene indispensabile che l’operatore della salute che consiglia l’integratore disponga delle informazioni scientifiche a sostegno delle sostanze contenute e delle dosi di ciascuna di esse.
Per ciascuna sostanza contenuta nell’integratore l’ideale è disporre di:
- studi condotti in vitro e in vivo nel modello animale
- studi clinici condotti su soggetti umani
- studi condotti da autori diversi e pubblicati su diverse riviste scientifiche
- studi condotti da entità accademiche, non coinvolte nella commercializzazione della sostanza.
Ad esempio, da letteratura scientifica così articolata emerge che la vitamina A e la vitamina D sono vitamine liposolubili, ad azione sinergica, che in dosi appropriate sono indispensabili per il corretto funzionamento del sistema immunitario e possono risultare utili nell’affrontare situazioni che mettano a repentaglio l’efficacia delle difese immunitarie.
Pertanto, la letteratura disponibile deve fungere da guida per il medico che consiglia l’integratore alimentare per:
- scegliere le sostanze più appropriate
- stabilirne le dosi che possano determinare benefici
- indicare al paziente per quanto debba essere protratta l’assunzione.
Affidarsi alle informazioni scientifiche consente anche a coloro che vogliono rimanere maggiormente aderenti all’alimentazione di impiegare alimenti che siano particolarmente ricchi di queste due vitamine, come potrebbe essere il caso dell’olio di fegato di merluzzo.
La responsabilità del produttore di integratori alimentari
Nel settore della salute, si ritiene che alla base di tutto vi debba essere un principio inderogabile: la salute è un bene non negoziabile.
Coloro che agiscono nel settore della salute devono essere coscienti dei rilevanti aspetti etici del ruolo che rivestono e non devono essere sopraffatti dagli interessi di natura economica e commerciale.
Quando si tratta di formulare e mettere in commercio un integratore alimentare si deve seguire un percorso che consenta di fornire il massimo delle garanzie al medico che lo consiglierà e al consumatore che lo assumerà.
Il formulatore/produttore scrupoloso segue tale percorso e garantisce al consumatore che:
- il prodotto che assume è ben bilanciato nella sua formulazione
- contiene sostanze di elevata qualità
- è efficace e sicuro nelle dosi previste perché ci sono una serie di evidenze scientifiche che lo attestano.